Realizzazione impianti fotovoltaici
Questa è una pagina di raccolta delle domande che più frequentemente ci sono state rivolte. Prima di ogni altra cosa cerca qui le risposte alle tue domande. tuttavia se non trovi quello che cercavi puoi chiedere informazioni tramite l'apposito modulo di contatto.
La tecnologia fotovoltaica consente di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica senza necessità di meccanismi in movimento. Essa sfrutta il cosiddetto effetto fotovoltaico che è basato sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori (ossia con caratteristiche sia di conduttore elettrico sia di isolante elettrico, come ad esempio il silicio) che sono in grado di generare elettricità quando vengono colpiti da radiazione solare.
Lo scambio sul posto, disciplinato dalla deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas definisce la regolamentazione del meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta ma non immediatamente autoconsumata, per poi prelevarla in un momento successivo per soddisfare i propri consumi. Il servizio di scambio sul posto è regolato su base economica dal GSE in forma di contributo associato alla valorizzazione, a prezzi di mercato, dell’energia scambiata con la rete.
Proprio a coloro che non hanno una superficie dove realizzare l’impianto la cooperativa interviene. Realizzando un impianto di potenza considerevole (almeno 10 kw e fino a 200 kw) sul tetto o sul terreno di un socio divide l’impianto in “spicchi” da 3 kw corrispondenti ad un contatore domestico. Ogni spicchio viene denominato “quota” su cui si andrà a versare la quota sociale del costo di €. 50,00 oltre le spese di registrazione per un totale di €. 250,00. Con tale versamento si diventa soci della cooperativa e si ha la possibilità di usufruire della produzione energetica del proprio “spicchio” di impianto. L’importo della produzione viene ristornato ai soci pro quota dedotti i costi di ammortamento e gestione della cooperativa. Mediamente una quota rende al socio, al netto dei costi, dai 400 ai 600 euro l’anno, ovvero il costo della bolletta ENEL. Chi ha un consumo maggiore può acquisire 2 o più quote sociali fino ad un massimo di 9 per un corrispondente consumo di 27 kw. La cooperativa garantisce di usufruire di una produzione corrispondente alla propria quota sociale (3 kw) aumentata fino al 20% (3,6 kw) al fine di equilibrare gli impianti al targhet minimo.
Il luogo dove si abita non è importante, in quanto la cooperativa non deve tirare un filo dall’impianto alla Vs. casa, bensì utilizza la rete elettrica ENEL per immettere in rete la produzione vendendo l’energia prodotta e ricavandone un guadagno composto dalla quota contributo GSE + la quota energia venduta. Tali importi servono a pagare i costi di impianto e le spese di gestione della cooperativa. L’utile netto viene ristornato (versato) al socio in base al numero di quote acquisite. In pratica potrebbe diventare socio un cittadino di Benevento collegato ad un impianto realizzato a Pordenone. Il socio residente a Pordenone mette a disposizione il tetto dove realizzare l’impianto e l’utile netto andrà distribuito ai soci che hanno aderito all’impianto compreso il signore di Benevento.
In effetti l’esborso della quota permette di diventare solo socio della cooperativa, mentre il ricavo dell’utile prevede la ulteriore sottoscrizione di una garanzia chirografaria presso la banca finanziatrice dell’impianto, pari al valore dell’impianto suddiviso per le quote (spicchi) in cui è stato suddiviso. Ad esempio, se un impianto costa 60 mila euro e si producono 20 kw il costo pro quota (3 kw) è di 9 mila euro. Significa che il socio che intende beneficiare del risultato economico della cooperativa deve sottoscrivere alla banca la sua quota parte di garanzia per l’importo di 9 mila euro. Tale garanzia è stata convenzionata in chirografaria, pro quota e non solidale. Significa che ogni socio che intende beneficiare del risultato economico dalla vendita dell’energia elettrica prodotta dall’impianto, garantisce la sua quota di impianto e solo la sua. Ogni socio garantirà la propria quota la cui somma complessiva garantisce alla banca la copertura totale del mutuo. La garanzia chirografaria non costituisce pegno reale (ipoteca) o esborso di denaro. E’ come quando si acquista un’auto a rate e si sottoscrive il contratto con una finanziaria. Si sottoscrive e si porta a casa l’auto che poi si pagherà a rate. Nel nostro caso si sottoscrive il contratto, si porta a casa l’impianto e le rate ce le versa il GSE mediante il contributo previsto dal Conto Energia. Il mutuo dura 15 anni e fino ad allora il contributo erogato dal GSE verrà versato nel conto corrente appositamente aperto presso la banca finanziatrice che preleverà gli importi corrispondenti alle rate concordate nel momento della loro scadenza e per tutto il periodo del mutuo.
Il risultato economico per il socio verrà ristornato a partire del 12° mese di avvio dell’impianto e successivamente ogni 6 mesi per 20 anni. Il contributo del GSE sarà trattenuto dalla cooperativa a garanzia del mutuo da onorare mentre il ricavo dalla vendita verrà girato ai soci che hanno aderito a quell’impianto. Dopo il 15° anno (tempo di durata del mutuo) ai soci verrà ristornato, oltre il residuo del contributo dei primi 15 anni (la parte non utilizzata per pagare il mutuo) aumentata degli interessi convenzionati, il contributo degli ultimi 5 anni (dal 16° al 20° anno) più tutta la vendita dell’energia prodotta, ogni 6 mesi.
I primi 15 anni (tempo in cui è attivo il mutuo) si riceverà un ristorno annuo pari a circa 200-300 euro mentre dal 16° al 20° anno il ristorno sarà di circa 1.000-1.500 euro l’anno per una media annua di 400-600 euro circa.
La cooperativa si avvale di installatori specializzati e di fiducia che, a fronte del pagamento delle prestazioni, garantiscono l’importo percepito con una garanzia bancaria pari al valore dell’impianto, fino alla stipula del contratto con il GSE. In questo modo i soci sono garantiti da una improbabile deficit dell’impianto. Se l’impianto non funziona o il GSE non eroga l’importo a causa del mancato rispetto delle procedure previste (impianto non conforme, tempi di richiesta del contributo superiori al limite importo di 30 giorni, ecc.) l’installatore che ha seguito tutto l’iter procedurale ed ha installato l’impianto, ci garantisce con la polizza bancaria che la cooperativa ha in mano e che va ad escutere (prelevare) essendo questa un assegno circolare. Questo per l’installazione.
Per la produzione di energia, l’impianto realizzato è coperto da garanzia completa per 20 anni, non solo per i singoli componenti (pannello e inverter) ma anche per la mancata produzione di energia nel momento del guasto. La polizza assicurativa, di primaria compagnia mondiale, sostiene i costi di sostituzione delle parti non funzionanti e copre la mancata produzione dal momento del guasto al momento del suo ripristino. Inoltre il pannello è certificato per produrre una determinata quantità di energia elettrica quando è colpito da una ben identificata fonte solare, per cui se il pannello non rende quanto indicato (+2% -2%) l’assicurazione versa alla cooperativa la parte di energia non prodotta al costo contrattualizzato con il GSE. E questo per la resa.
L’impianto installato su un tetto o a terra sarà poi coperto da assicurazione contro eventi atmosferici che possono danneggiare fisicamente l’impianto. Una tromba d’aria o una forte grandinata possono danneggiare il pannello compromettendone la produzione. In questo caso interviene il manutentore con cui la cooperativa ha stipulato il relativo contratto di manutenzione, che sostituisce l’elemento danneggiato e ripristina le condizioni di produzione. L’assicurazione paga anche la mancata produzione per il periodo di inattività dell’impianto. Se ad esempio una tromba d’aria distrugge parte o tutto l’impianto sul tetto il 13 agosto e il ripristino avviene il 1° di settembre l’assicurazione pagherà l’impianto danneggiato più la mancata produzione dal 14 agosto al 1° di settembre ovvero 19 giorni per la produzione presunta (ma determinata mediante tabelle ufficiali) del periodo in questione per il prezzo concordato con il GSE. E questo per tutta la durata dei 20 anni.
Ogni persona che aderisce alla cooperativa con il pagamento della quota sociale diventa socio, ma solo con la prestazione della garanzia chirografaria pro quota non solidale si può beneficiare del risultato economico (400-600 euro l’anno). E’ perciò inutile diventare soci (pagando un costo seppur basso) se non si può beneficiare del ricavo della vendita dell’energia. Esiste però la possibilità di poter diventare socio senza prestare la garanzia, ovvero per colui che presta il tetto. La cooperativa realizza gli impianti solo sui tetti dei soci per cui è indispensabile diventare socio per poter ottenere un ricavo (affitto) per l’uso del tetto. Il socio che mette a disposizione il tetto beneficia di una pluralità di entrate e/o vantaggi.
Di tutti questi benefici ne giova il socio proprietario del tetto anche senza prestare la garanzia per l’impianto. In questo caso diremo che il socio è “passivo” mentre colui che presta la garanzia chirografaria, pro quota, non solidale è socio “attivo”.
La cooperativa sono i soci per cui è più corretto dire “cosa guadagnano i soci”. I lavori vengono assegnati ai soci della cooperativa stessa per cui è la cooperativa stessa che paga i soci. Inoltre lo scopo mutualistico permette ai soci di beneficiare dell’intero utile della cooperativa stessa dedotti gli importi previsti dalla legge a sostegno della mutualità (circa il 3% degli utili) che restano in cassa e servono a realizzare opere benefiche. La nostra cooperativa ha intenzione di assegnare una parte di questi utili per contribuire alla realizzazione di particolari impianti a sostegno della mobilità urbana. Per il momento non possiamo dire altro ma presto un progetto di notevole sensibilità ambientale sarà realizzato dalla POLESANA FOTOVOLTAICO SOC. COOP.
Posso capire che un tale risultato possa far dubitare i più scettici, ma è il Conto Energia stesso a dare le indicazioni di come si può guadagnare con l’energia sostenibile. Abbiamo solo fatto 1+1. Noi tutti per molti anni abbiamo pagato (e stiamo pagando ancora oggi) un piccolo contributo a favore delle energie rinnovabili nella bolletta ENEL. Oggi questa montagna di denaro può ritornare nelle nostre tasche mediante il contributo che il GSE eroga a chi realizza impianti fotovoltaici, eolici, biomasse, ecc. purchè funzionanti con fonti rinnovabili. Non c’è nessuna fregatura su questa operazione. La cooperativa è amministrata da persone oneste e coscienziose che non vedono direttamente il risultato economico sborsato dal GSE il quale viene trattenuto dalla banca. Se dovessimo scappare con i 250 euro della vostra quota di iscrizione non andremo molto lontano e non ne varrebbe la pena.
Credo non abbia svantaggi ma solo benefici. Sul tetto sarà stipulato un contratto di affitto della durata di 21 anni per l’importo sopra riportato. Tale contratto sarà sottoscritto alla presenza di un notaio, sarà registrato all’Agenzia delle Entrate e Trascritto alla Conservatoria del Registri Immobiliari. Perciò, a seguito di visura, risulterà che il fabbricato è di proprietà di TIZIO con un vincolo posto sul tetto a favore della POLESANA FOTOVOLTAICO SOCIETA’ COOPERATIVA. In caso di vendita, tale vincolo diventa un beneficio per l’acquirente, in quanto beneficia del reddito che tale affitto produce. Inoltre se sommiamo tutti gli altri benefici sopra esposti (manutenzione, assicurazione, opere realizzate, attestazione di prestazione energetica dell’edificio) l’acquirente acquista un fabbricato a basso consumo. Il venditore potrà ulteriormente beneficiare di un aumento di valore del proprio bene che può arrivare anche al 30% in più. Mediante la riqualificazione energetica, si va ad aumentare la classe energetica dell’edificio portandola, ad esempio, da una classe G (l’edificio consuma molta energia termica) ad una classe B (l’edificio consuma pochissima energia termica) con un conseguente aumento di valore dell’edificio. Questo vantaggio indiretto rende ancora più interessante la proposta della cooperativa, la quale porterà un ricavo al socio prestatore del tetto pari alla differenza tra il valore pre riqualificazione e post riqualificazione. Per un fabbricato del valore di 150.000 euro (classe G) il beneficio della riqualificazione (ad esempio a classe “B”) porterà nelle tasche del proprietario altri 70 mila euro (220.000 euro di valore finale dell’immobile). Questo solamente isolando energeticamente l’immobile. Forse non tutti sanno che dal 1 gennaio 2011 nessun edificio potrà essere venduto o affittato senza la presenza dell’Attestato di Prestazione Energetica dell’edificio che la cooperativa vi farà avere in copia autentica.
Si, è possibile acquisire quote della società cooperativa fino ad un massimo di 9. Chi, però, non ha il contatore corrispondente (27 Kw per le 9 quote) entra nel risultato economico dell’impianto con la quota di competenza (ad esempio contatore di 3 Kw corrispondente ad 1 quota). Per le restanti quote (la differenza tra 9 e 1) si entra nel circuito di investimento quando le condizioni sono tali da permettere il rientro. In pratica se per la realizzazione di un impianto da 30 Kw ho disponibili solo 8 soci (per complessivi 24 Kw) vado a utilizzare il socio con quote ulteriori fino a coprire l’impianto. Le quote in più di competenza di ogni singolo socio vengono utilizzate come “tappa buchi” per facilitare e rendere più sbrigativa la realizzazione di un impianto. L’alternativa è quella di aspettare che altri soci aderiscano alla cooperativa rallentando le operazioni per gli impianti più grandi. Ogni socio ha garantita almeno la presenza su 1 impianto.
No, il socio non può scegliere su quale impianto aderire al risultato economico. Solo il titolare del tetto viene inserito nel businnes del proprio impianto ma per la propria quota di consumo. Per le restanti quote deve attendere la realizzazione di altri impianti fino a che ogni socio sia stato soddisfatto. La scelta è fatta dal CdA sulla base del momento di iscrizione. Il primo che aderisce ha diritto di entrare a beneficiare per primo del risultato economico sul primo impianto disponibile.
No, variano al variare dell’impianto ma proporzionalmente alla potenza e alla garanzia. Ad esempio un impianto realizzato sul tetto che necessita di bonifica eternit e riqualificazione energetica completa dell’involucro del fabbricato necessiterà di un maggiore impegno chirografario a fronte però di un maggiore risultato economico. Abbiamo calcolato che il risultato economico è simile (può variare di qualche euro) a tutti gli impianti, a parità di contributo GSE. L’unica differenza la può fare la quantità di interventi per addivenire al beneficio incentivante. Purtroppo non possiamo garantire uguali benefici economici in quanto gli impianti non sono tutti uguali. Andando poi a realizzare impianti in continuità è normale che beneficerà di un risultato maggiore chi aderirà agli impianti entro il 31 dicembre 2010. Infatti dal 1° gennaio 2011 il beneficio del contributo GSE diminuirà sensibilmente e coloro che ne beneficeranno dovranno accontentarsi di un risultato inferiore. State comunque tranquilli che sarà compito nostro scegliere i tetti che avranno maggiori possibilità di utile sottoponendo al socio proprietario quegli interventi che ci permetteranno il massimo risultato economico. Ogni tetto sarà valutato in funzione del risultato economico che potrà dare al socio. Un tetto con esposizione a sud a falda unica con bonifica eternit e riqualificazione energetica totale, sarà sfruttato prima di un tetto con mezza falda a sud. Questo perché, a parità di Kw installabili, il tetto con bonifica eternit e riqualificazione energetica otterrà un premio incentivante pari al 35% in più rispetto ad un tetto normale. Maggiore premio incentivante, maggiore risultato economico, ma maggiore prestazione di garanzia chirografaria. Il tutto è comunque equilibrato.
La cooperativa sostiene le spese che andrà a pagare mediante la sottoscrizione del mutuo che sarà garantito dai soci stessi partecipanti all’utile di quell’impianto. Tutte le spese saranno conteggiate. I costi di preventivazione, anticipi all’ENEL, la realizzazione delle opere di sistemazione di tetti, la bonifica dell’eternit, la riqualificazione energetica, la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, il pre-ammortamento dell’impianto, l’assicurazione, la manutenzione e l’affitto, oltre le spese di gestione amministrativa e contabile sono calcolati dalla cooperativa e pagati mediante la sottoscrizione del mutuo e il successivo ricavo dal GSE e dalla vendita dell’energia. Un impianto fotovoltaico rende al socio mediamente intorno al 7% dell’investimento.
Può fallire come tutte le altre iniziative imprenditoriali, ma solo a seguito di una gestione truffaldina. Per ogni impianto viene steso un Piano Economico e Finanziario dei costi e dei ricavi basandoci sulla produzione presunta dell’impianto fotovoltaico in base all’esposizione del tetto e ai premi incentivanti. Tutti i costi sono preventivati e concordati con i soci esecutori delle opere o dei servizi, per cui non ci potranno essere costi non sostenibili. La cooperativa non ha dipendenti per cui nessun costo non quantificabile. Non abbiamo nessun interesse a far fallire l’iniziativa in quanto noi stessi siamo soci della cooperativa per cui faremo fallire noi stessi. La banca pretende la prelazione sui ricavi del GSE fino a copertura del mutuo oltre la permanenza degli importi residui per i primi 15 anni. Una volta onorato l’impegno con la banca potremo godere del totale beneficio economico della produzione energetica dell’impianto. Ogni anno sarà svolta l’assemblea dei soci ai quali andremo a dimostrare i risultati economici ottenuti per gli impianti in funzione. Il CdA non percepisce stipendio ma esclusivamente un rimborso spese per i costi di spostamento auto per promuovere l’iniziativa nelle varie città dove richiederanno la nostra presenza.
Ogni impianto avrà collegato un conto corrente dove il GSE verserà il contributo e l’ENEL la tariffa di vendita solamente di quell’impianto. Il mutuo collegato sarà pagato dai ricavi di quell’impianto e il ristorno ai soci prelevato dallo stesso conto. Le spese generali di gestione saranno prelevate proporzionalmente alla potenza dell’impianto e versate nel conto generale dove sono versate le quote dei soci sottoscrittori. Nessuna confusione perciò di mescolare i ricavi di vari impianti.
Certo. Basta fare richiesta di essere inserito nell’elenco delle ditte di fiducia, provvedere ad inoltrare il curriculum tecnico, dare le opportune garanzie per la realizzazione delle opere o dei servizi, certificare la propria capacità. Inoltre daremo la prelazione dell’esecuzione delle opere e servizi ai soci stessi. Il tariffario sarà aggiornato ogni anno in base alle offerte pervenute e la cooperativa applicherà il tariffario con la migliore offerta tecnico-economica a cui tutti i soci lavoratori dovranno aderire. Non vi saranno disparità di trattamenti ma ogni socio prestatore d’opera avrà lo stesso numero di commesse di un altro socio prestatore d’opera. Inoltre preferiamo assegnare i compiti in base alla zona di intervento (ad esempio un prestatore d’opera di Padova opererà alla realizzazione di un impianto a Padova piuttosto che a Rovigo). Potremmo assegnare incarichi anche ai non soci qualora non avessimo professionalità all’interno della cooperativa, ma sarà nostro compito far aderire alla cooperativa il prestatore d’opera o servizio.
250 euro di quota per lavorare, 250 euro di quota per guadagnare.
No, questa è, per il momento, l’unica iniziativa in Italia del genere. Altre forme di cooperative di acquisto o di businnes sono in essere ma nessuna con le nostre caratteristiche. Magari, dopo il nostro avvio, altri copieranno l’iniziativa, ma sicuramente non avrà lo stesso spirito mutualistico con cui l’abbiamo pensata. Noi non siamo gelosi di iniziative identiche, perché l’importante è far si che l’energia da fonti rinnovabili sia diffusa capillarmente nel territorio nazionale. Molti impianti sono già in funzione ma il businnes lo realizza il titolare dell’impianto. Chiunque dice che l’impianto fotovoltaico privato realizzato porta beneficio a tot di famiglie, dice una bugia. Porta beneficio unicamente a se stesso. L’energia prodotta e immessa in rete viene pagata da ENEL che successivamente ce la rivende a noi questa energia la paghiamo. Lo scopo della cooperativa, invece, è quello di realizzare in proprio gli impianti e di trarne beneficio mediante un ricavo che possiamo utilizzare per pagare la nostra bolletta ENEL. In pratica io pago la mia parte di impianto che mi produce un reddito che utilizzo per pagare la mia bolletta ENEL. In questo modo sono sostenibile.
Al termine della realizzazione dell’impianto, avviene l’allacciamento alla rete da parte di ENEL il quale ha l’obbligo di provvedere al ritiro dell’energia prodotta mediante la sottoscrizione di un contratto. Il pagamento dell’energia avviene a prezzi di mercato o a prezzi convenzionati, in base alla fascia oraria di immissione (per l’impianto fotovoltaico 5 giorni la settimana a tariffa massima). Dopo aver allacciato l’impianto si presenta la domanda al GSE per il riconoscimento della tariffa incentivante entro 30 giorni. Il GSE valuta l’impianto installato e se questo corrisponde alle caratteristiche previste dal Conto Energia, stipula un contratto per l’erogazione del contributo + l’eventuale premio incentivante per la durata di 20 anni dall’entrata in servizio. E’ come acquistare un BOT in quanto il GSE è una società per azioni partecipata al 100% dal Ministero del Tesoro, quindi dallo Stato. Potrebbe lo Stato non pagare il contratto dallo stesso sottoscritto? Credo proprio di no a meno che non scoppi la Terza guerra mondiale, non succeda una catastrofe planetaria o lo Stato stesso fallisca. Sono condizioni estreme per cui lo stesso genere umano sarà messo in discussione e, in tal caso, la nostra preoccupazione non sarà tanto il dover pagare la rata alla banca, ma quanto garantirci la nostra stessa sopravvivenza.
Potremo invece preoccuparci che lo Stato non eroghi il contributo nei tempi pattuiti, ma la cooperativa si è garantita stendendo con la banca un contratto di pre-ammortamento per 12 mesi. In questo tempo l’impianto sarà sicuramente funzionante e potrà beneficiare della prima vendita di energia. Gli importi sono erogati ogni 3 mesi per la vendita e mediante acconti per il contributo GSE con saldo entro il primo semestre dell’anno successivo. Ecco perché provvediamo al ristorno dopo 12 mesi.
Crediamo di aver costruito una cosa buona nel miglior modo possibile. Certamente qualcosa ci sarà sfuggito ed allora confidiamo nella vostra attenzione per porci quelle domande che noi non ci siamo posti, per poter rimediare dove potremo aver peccato al fine di garantire a tutti i soci il giusto equilibrio economico. Siamo uomini e possiamo sbagliare, ma essendo uomini sappiamo anche rimediare agli errori. La nostra cooperativa ha una forma amministrativa molto snella, per cui pratica da gestire e facile da adattare ai mutamenti normativi.
Per l’economicità.
Infatti la cooperativa è l’unica forma associativa che permette di aumentare il numero dei soci con la semplice registrazione interna, senza costi di modifiche notarili. Inoltre la cooperativa ci permette di ottenere dei notevoli sgravi fiscali che influiscono sul risultato economico dei soci stessi. Insomma massimo utile con minima spesa. Ma soprattutto la cooperativa a mutualità prevalente ci permette di ottenere patrocini da parte di enti pubblici e importanti associazioni nazionali, con notevole ritorno di immagine.
Errato. Può aderire per la semplice cessione del tetto. Purtroppo (o per fortuna) la banca ci impone di essere privi di pregiudizievoli ovvero senza problemi di assegni scoperti piuttosto che cambiali non pagate. Occorre essere solvibili ed avere un reddito tale da coprire almeno la propria quota parte di mutuo. Ma la banca permette altresì di poter prestare la garanzia ad altri soci meno fortunati. Col tempo, dopo un primo periodo di rodaggio, proveremo a concordare con l’istituto bancario la garanzia del solo contributo GSE ma su questo aspetto non promettiamo nulla. Il mondo bancario ha le sue regole che non possiamo non rispettare. Non vogliamo nemmeno abusare della fiducia accordataci.
E’ possibile ma pagando una forte penale che non conviene sicuramente. D’altro canto chi è quello che intende rescindere dal percepire un reddito su un tetto che generalmente non produce nulla? Potrebbe invece verificarsi il caso di una sopraelevazione. In questo caso si concorda il periodo di minor produzione (inverno) si smonta l’impianto si procede alla sopraelevazione e si rimonta nuovamente l’impianto. Naturalmente i costi saranno a carico del proprietario dell’immobile che dovrà dare alla cooperativa anche il mancato ricavo dell’energia non prodotta in quel periodo. Al termine del ventennale contratto di affitto possono subentrare 3 possibilità.
Smontaggio dell’impianto e riconsegna del tetto. Lo smontaggio è a carico della cooperativa che realizzerà un altro impianto con gli stessi pannelli.
Cessione dell’impianto al proprietario del tetto. In questo caso il socio proprietario beneficerà del totale ricavo dell’energia prodotta il cui ricavato sarà a suo totale beneficio. Dovrà essere corrisposto alla cooperativa una buona uscita pari al 100% del ricavo dalla produzione dell’ultimo anno.
Rinnovo del contratto. La cooperativa proporrà il rinnovo del contratto per un periodo non inferiore a 5 anni. Tale rinnovo potrà essere prorogato per eguali periodi previo accordo tra le parti.
Non dobbiamo parlare di costi di smaltimento ma bensì di ricavi da smaltimento. Infatti il pannello fotovoltaico è composto da primari materiali totalmente riciclabili. Alluminio, vetro, silicio e rame sono i principali componenti del pannello e sono materiali riutilizzabili. Inoltre la tecnologia del prossimo ventennio permetterà di riciclare tutti i materiali traendone un beneficio economico. Ricordate solo 20 anni fa la minima quantità di prodotti che riutilizzavamo, mentre oggi raccogliamo con la differenziata l’80% dei rifiuti che produciamo. Domani, causa anche la possibile carenza di materie prime, riusciremo a recuperare tutte le materie che compongono un bene riutilizzandole e ricavandone un utile. In entrambe i casi i costi (o più probabile benefici economici) saranno a carico ( sicuramente a vantaggio) della cooperativa e perciò dei soci. Un pannello fotovoltaico ha una durata economica di 35-40 anni ma dopo tale periodo continua a produrre ugualmente energia. Meno ma ne produce ancora. E’ come un’auto che quando è nuova va a 160 km orari e man mano che invecchi va sempre più piano, ma va ancora. Il pannello è la stessa cosa. Produce meno ma produce ancora e siccome non ci costa più nulla (in quanto l’abbiamo già pagato) ma produce energia ugualmente è un peccato buttarlo.
Se vende l'appartamento in qualunque momento possono succedere 2 casi. a) lei tiene la sua quota e, anche se non ha più il suo contatore, la Cooperativa le versa l'importo corrispondente al ricavo della quota stessa.b) L'acquirente diventa socio e subentra nella garanzia sull'appartamento; in questo caso il ricavo della quota verrà versato al nuovo socio.
Ogni quota corrisponde alla proprietà di un pezzo di impianto fotovoltaico. Per ogni pezzo di impianto la banca richiede la garanzia chirografaria pro quota e non solidale. Lei non spende nulla e ricava su ogni impianto che le viene assegnato.
Chiunque può ottenere l’azzeramento della propria bolletta ENEL o di qualunque altro gestore elettrico con cui si è fatto il contratto (EDISON, ENI, ecc. ). Il residente in condominio è proprio l’utente per cui abbiamo costituito la cooperativa, ovvero colui che non può beneficiare della riduzione di spesa se non realizza il proprio impianto fotovoltaico insieme a tutti gli altri condomini. Infatti per poter eseguire qualsiasi opera su parti condominiali occorre l’assenso dei 1000 millesimi del condominio. Questo è molto penalizzante per il condomino che vorrebbe realizzarsi un impianto fotovoltaico se anche gli altri non lo vogliono fare. Mediante la cooperativa e con l’acquisto delle quote, viene ridotto, proporzionalmente alla spesa elettrica, l’importo della propria bolletta. Se il ricavo della/e propria quota acquisita è superiore alla spesa indicata in bolletta la cooperativa le rimborserà la differenza 2 volte l’anno; se invece la spesa indicata in bolletta è superiore al ricavo della/e quota acquisita dovrà pagare la differenza. Generalmente una quota rende mediamente dai 400 ai 600 €/anno ovvero il valore di spesa di un contatore da 3,3 Kw di una famiglia media. Qualora la spesa per il suo consumo sia superiore, può acquisire più quote fino ad un massimo di 9. In questo modo anche risiedendo in un condominio e non avendo la possibilità di realizzare il proprio impianto fotovoltaico può azzerare o ridurre i propri costi elettrici.
Fino all’importo della bolletta elettrica è dedotto dalla stessa per cui netto. Qualora il ricavo superi il costo della bolletta tale ulteriore ricavo (o differenza in più che dir si voglia) dovrà essere inserito nel mod. 730 alla voce “altri ricavi” ed assoggettato all’aliquota di pertinenza che è diversa da ogni socio in funzione del proprio reddito. E’ possibile, e questo lo stiamo verificando, che tale ricavo sia esente fino a 20 kW in quanto l’Agenzia delle Entrate ha emanato una circolare che per impianti fino a 20 kW i ricavi non sono tassati. Non è però chiaro se, nel nostro caso, il limite è inteso per l’impianto fotovoltaico o la quota del socio. Abbiamo fatto una interpellanza all’Agenzia delle Entrate che ci deve dare ancora risposta.
I soci iniziano a vedere ridotto o azzerato il proprio costo di energia elettrica a partire dal 2° anno di iscrizione, in quanto è necessario prima mettere in funzione l’impianto fotovoltaico. Generalmente per impianti fino a 20 Kw la tempistica, tra preparazione dei progetti, l’affidamento bancario, la realizzazione, e l’allaccio ENEL passano circa 3 mesi e questa è una tempistica minima per chi realizza impianti fotovoltaici. Da quel momento l’impianto inizia a produrre anche se non ha ancora ottenuto il riconoscimento del GSE, che generalmente impiega 6 mesi per firmare il contratto e assegnare la tariffa incentivante. Dopo la firma e il riconoscimento della tariffa occorrono altre incombenze burocratiche legate alla cessione del credito alla banca e la richiesta dell’incentivazione per la riqualificazione energetica. In pratica dopo circa 1 anno siamo in grado di tirare le prime somme economiche e iniziare a stendere un bilancio finanziario che porterà sicuramente (visto come operiamo a livello di preventivazione) ad un ricavo per i soci. Dal 2° anno (generalmente a maggio) il GSE chiude la sua verifica economica dell’impianto e paga la differenza tra energia prodotta e consumata ed è in quel momento che possiamo avere continuità nei ricavi e iniziare a remunerare i soci ogni 6 mesi.
In caso di nuova edificazione e qualora le opere vengano realizzate seguendo determinati parametri energetici imposti dalla normativa, il GSE garantisce un premio incentivante fino al 30% i più sulla tariffa contrattualizzata per ogni Kw di energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico. Stiamo realizzando progetti di edifici dove, con il ricavo del GSE, si riesce a pagare il 50% della rata del mutuo dell’immobile abbinando ricavo da fotovoltaico e risparmio energetico.
Il premio incentivante sulla riqualificazione energetica permette contemporaneamente di risparmiare sia sul costo dell’elettricità che sul gas. Ma stiamo attuando anche progetti di “casa passiva” con un costo inferiore agli edifici di classe “A” e questo è un bellissimo risultato. Già da oggi è in funzione un impianto che permette di immettere in atmosfera “0” CO2 a costo zero per l’utente. E questo vale per tutti gli anni di vita dell’edificio. La tecnologia da una grossa mano ma è l’ingegno umano che riesce a trovare il giusto equilibrio economico-ecologico. L’impianto realizzato presso la ditta CALLEGARO COSTRUZIONI di ADRIA (RO) permette di ottenere “0” consumi elettrici e “0” consumi di gas con un risparmio di circa 2.800 euro l’anno guadagnando addirittura con la vendita di energia elettrica prodotta in più.
Polesana Fotovoltaico Soc. Coop.
45011 Adria (Ro)
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La Società Cooperativa Polesana Fotovoltaico è stata costituita, presso lo studio notarile del Dott. Lidio Schiavi di Adria (Ro), il giorno 16 Luglio 2010. All' atto costitutivo hanno aderito inizialmente 9 (nove) soci.
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